mercoledì 9 febbraio 2011

Rinnovabili: contro disinformazione e campagne denigratorie

In Italia è in atto da qualche tempo una intensa campagna di disinformazione e di denigrazione nei confronti delle fonti rinnovabili. Tanto per fare un esempio, si sente dire che promuovere il fotovoltaico costa tantissimo e tutto è posto sulle spalle (o estratto dalle tasche) dei consumatori.

Ma quanto è costato realmente promuovere tramite il Conto energia il solare fotovoltaico? In base ai dati ufficiali del Gse (Gestore dei Servizi Energetici) dal 2005 al novembre 2010 meno di un miliardo di euro. Lo ripetiamo: in più di cinque anni, i contributi per il fotovoltaico in totale sono stati inferiori al miliardo di euro. Facendo i conti, possiamo stimare una media di mezzo euro al mese per ogni famiglia e azienda che possiede un contratto elettrico. Troppo? Pensiamo ai tanti vantaggi di questa tecnologia: è pulita, consente di far diminuire la nostra dipendenza di importare petrolio dall'estero, crea posti di lavoro in un settore etico.

E in questi anni sono state sovvezionate le fonti "sporche" e inquinanti? Assolutamente sì! L'Italia è l'unico Paese al mondo dove esistono le fonti "assimilate", come rifiuti, scarti di raffineria e bitume, e il loro utilizzo per produrre energia elettrica viene sovvenzionata nella bolletta elettrica da famiglie e imprese. A queste fonti altamente inquinanti a partire dal 1991 sono stati dirottati gran parte degli incentivi che sarebbero dovuti andare alle rinnovabili: si stima almeno 30 miliardi di euro. Nel 2010 le sovvenzioni alle fonti rinnovabili ha comportato un onere di 0,78 miliardi di euro. *Ben più consistente il peso delle fonti assimilate: per loro il costo complessivo scaricato in bolletta è stato pari a circa 1,8 miliardi di euro*. Perché chi parla dei costi troppo eccessivi delle fonti pulite (del fotovoltaico in particolare) se ne dimentica quasi sempre?